Nel corso della dodicesima puntata del podcast di Welfare Post, diamo spazio alla storia di Sayed Yasin Frough, giovane rifugiato afghano.
Il suo impegno per i diritti umani nasce ben prima dell’arrivo in Italia; infatti, già in Afghanistan lui ed i suoi familiari si prodigavano per una società più equa, supportando in svariati modi le donne loro connazionali, al fine di evitarne la marginalizzazione. Tuttavia, questo impegno ha determinato l’inizio dei problemi con i talebani.
Così, Yasin ripercorre con noi la fuga dall’Afghanistan, attraverso il fondamentale strumento del corridoio umanitario, e le difficoltà attraversate nel corso del periodo trascorso sotto il regime talebano; la sua testimonianza ci riporta una scelta ineluttabile, maturata quando nemmeno lo spostamento a Kabul era riuscito a mettere in salvo lui e la sua famiglia.
Non manca spazio per i ricordi d’infanzia, anche se molto lontani da quelli dei nostri bambini. Infatti, l’assenza di giocattoli o comunque oggettistica idonea allo svolgimento di attività ludiche faceva sì che Yasin e i suoi coetanei potessero giocare solo alla guerra, mediante l’impiego di pistole oppure di plastica o altri materiali tali da creare un pallone.
Oggi Yasin vive a Bari, dove lavora come sviluppatore informatico e continua ad occuparsi di diritti umani come attivista. La sua testimonianza racconta impegno, coraggio e rinascita, in un’ottica di speranza.
Qualche assaggio della puntata:
- un nuovo inizio, storia di fuga e rinascita: https://www.facebook.com/reel/1300933554669105
- non avere nulla con cui giocare: https://www.facebook.com/reel/1091450129438501
- io voglio aiutare https://www.facebook.com/reel/1473889123569791
La puntata intera:
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