Con questi versi, l’autore ha voluto raccontare la condizione di un uomo senza dimora, la dignità che non viene meno per la semplice assenza di una casa, la perdita di qualcosa che si è lasciato indietro, anche se non si sa dove né come.
Dedicata ad un uomo che non avrebbe mai desiderato dormire in un albergo, perché, dal suo punto di vista, “dormire sotto il cielo è come stare in un albergo mille stelle“.
L’uomo che sapeva contare tutte le stelle
La solitudine del mio pensiero
trova conforto solo sulla superficie
fredda di questo scalino macchiato.
Mentre il tempo scorre senza
far passare le ore e i minuti
smetto di chiedermi “perché” e
lascio sciogliere il dolore
affogandolo nel vino rosso;
dentro di esso posso sperare
ancora di non ricordare, di affondare
senza cadere, di non provare
il vuoto senza sentirne la colpa.
Sono qui davanti a te, a volte ubriaco
di un silenzio dove nessuno riesce
più ad entrare, più a capire.
Sono qui davanti a te e non
dimentico come si dice una barzelletta,
di come è morto Hemingway,
di come può far piangere una
poesia di Alda Merini.
MI guardo fuori e non ritrovo
più un “dentro” che si è perso
molto tempo fa.
Sono andate perdute una casa, una
moglie che è andata avanti cercando
il suo rispetto grazie alla mia
assenza, un nipote che non conoscerà
mai troppo bene il colore del cielo
quando la notte sarà troppo buia.
Oggi, mentre vanno avanti le vite
degli altri, mi sento un po’ vagabondo,
un po’ viandante, un po’ fallito, un po’
distratto viaggiatore.
Eppure oggi, mentre mi sento tutte
queste cose, resto pur sempre un
uomo con la sua dignità sotto una coperta
sporca e con i pantaloni bagnati, resto
pur sempre un uomo libero, la cui “dimora”
sono gli occhi di chi non giudica.
A Petru, 24/05/2024