21 Novembre 2024

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Quando l’invisibile è visibile

donne

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Far parte dell’équipe dell’Unità di Strada “Care for People” ti dà la possibilità di entrare in contatto con il cuore pulsante della società e pertanto, “sentire” da vicino l’altro. Lavorare in strada e a maggior ragione nella fascia oraria serale, ti permette, sebbene le luci siano spente, di avere uno sguardo realistico del territorio cittadino.

In riferimento alle persone in condizione di grave marginalità, nel corso della nostra attività incontriamo perlopiù uomini, tuttavia, non è inusuale che vengano intercettate donne in stato di vulnerabilità. Alcune di queste sono giovanissime, altre meno, di origini straniere e/o italiane, ognuna con il proprio “bagaglio”, pronte a custodirlo con riserbo o, a volte, a disfarlo per condividerne un pezzetto. In alcune circostanze, si raccontano con enfasi, delle volte, invece, faticano a parlare del passato, di quanto accade nel presente e divagano rispetto ad una possibile prospettiva futura.

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Allestiscono giacigli di fortuna in zone centrali della città, ma vivono la loro condizione in totale solitudine; trascorrono il tempo osservando i passanti, le automobili sfrecciare, le saracinesche delle attività commerciali in apertura e chiusura: la vita della città scorre sotto i loro occhi. Sostano presso il proprio presidio e difficilmente se ne allontanano, per non lasciare incustoditi i propri averi: carrelli della spesa o buste della spazzatura colme di oggetti vari ed effetti personali. Sovente, nel momento in cui vengono loro prospettate delle soluzioni o alternative alla permanenza in strada, queste donne sorridono, sinceramente grate del tempo e dell’attenzione che ricevono, ma ciononostante mantengono una certa ostilità a fare accesso ai servizi preposti.

Talune optano per luoghi meno in vista, rifugiandosi nelle intercapedini dei ponti o in casolari abbandonati, provando a trasformarli in “casa”, recuperando chissà dove piccoli mobili d’arredamento, ricreando una sorta di zona giorno/notte e persino spazi per fare il bucato, riproducendo con mezzi di fortuna quanto sostanzialmente riconduce all’abitare. Altre ancora, vivono la giornata girovagando e praticando accattonaggio, sono impelagate in relazioni sentimentali spesso disfunzionali e, solitamente, queste ultime, decidono categoricamente di non distaccarsi dal partner, rifiutando qualsivoglia proposta d’aiuto.

Nella maggior parte dei casi, si tratta di ragazze tossicodipendenti che si accompagnano a uomini anch’essi con dipendenza patologica. Ci sono poi donne disposte a farsi aiutare e senza alcun tipo di esitazione, si “affidano” e si fidano dell’operatrice/operatore. L’aggancio tramite l’unità mobile è il primo step che dà avvio ad una potenziale presa in carico della persona da parte del Servizio Sociale Istituzionale.

Ma “non sono tutte rose e fiori”, non è semplice rispondere ai bisogni della persona dal momento in cui i bisogni stessi non vengono esplicitati: “Sto bene e non ho necessito di nulla” oppure “Domani, domani mi recherò presso gli uffici del Servizio Sociale”; frequentemente a quel “domani” non c’è concretamente un seguito. Ci si ritrova dinanzi a donne visibilmente fragili, ma con delle “resistenze” derivanti presumibilmente da un background doloroso o ancora, difficoltà psicologiche tramutatesi in disturbi di natura psichiatrica.

In quest’ottica, l’Unità di Strada, lavorando in sinergia con i servizi preposti, svolge una costante attività di monitoraggio e intervento, mettendo in atto azioni supportive affinché “la strada” diventi un luogo d’ascolto per le cosiddette “invisibili”, un luogo in cui potersi comunque sentire accolti e non esclusi.

Vivere come sognare ci si può riuscire spegnendo la luce e tornando a dormire, Brunori Sas”: un invito pensato per queste donne vulnerabili a non rimanere immobili in un limbo dal quale è possibile venirne fuori.

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